LA CONQUISTA DEL MONTE ROSA
(punte centrali)

La salita più clamorosa al Monte Rosa (punte centrali) è stata indubbiamente quella del parroco di Alagna Giovanni Gnifetti  che l’8 agosto 1842 saliva la punta che poi da lui prese il nome, anche se altri, prima di lui, avevano già raggiunto diverse cime nelle alte regioni del Monte Rosa.

Nel 1200 popolazioni Walser provenienti da Zermatt hanno sicuramente attraversato il colle del Lys per raggiungere Gressoney e successivamente Alagna, attraverso il Col d’Olen. A causa del notevole ritiro dei ghiacciai il Colle del Lys era transitabile anche con armenti e masserizie. Secondo gli storici i Walser di Gressoney sarebbero arrivati nella Valle del Lys attraverso il colle del Teodulo, i colli delle Cime Bianche e Bettaforca. Per i Walser era indubbiamente più facile attraversare il Teodulo che non il colle del Lys, però se i Walser fossero approdati all’attuale conca di Cervinia vi avrebbero trovato tutto quello che serviva per un loro insediamento, non si sarebbero quindi sobbarcati una lunga traversata per raggiungere Gressoney. Era abitudine dei Walser mantenere i contatti con la valle di provenienza, non solo ma il loro non era un esodo di massa ma una continua infiltrazione di piccoli gruppi. Per questi motivi il colle del Lys è stato percorso ripetutamente. Nel corso dei secoli, col successivo progredire dei ghiacciai,  l’attraversamento del colle diventava sempre più difficile fino a risultare impossibile. Da qui la leggenda sorta a Gressoney della “valle perduta”  (das Werlorne thal): una valle al di la dei grandi ghiacciai del Rosa ricca di pascoli, boschi e selvaggina.

Nel 1672 il Fassola nella sua “Valsesia descritta” dice: “Sul Monte Boso  (Monte Rosa) niuno ha vantato di aver posto piede, ne scritto il nome, ne chi si e messo alIa prova ha potuto innalzarsi più di quello che, a mezza salita, gli permetteva I'asprezza dei ghiacciai  perpetui e dell'aria mancante sulla sua smisurata al­tezza”.  È logico supporre che in quel periodo vi siano stati tentativi di salire alle alte regioni del Rosa e che questi tentativi siano arrivati molto in alto visto che il Fassola parla di aria mancante.

Nel 1778 sette gressoneyardi partivano alla ricerca della “valle perduta”. Li guidava l’esperto cacciatore Jan-Joseph Beck e Nicola Francesco Vincent. Nel primo giorno di salita pervenivano ad alcune rocce emergenti dal ghiacciaio dove bivaccavano. Il giorno successivo (15 agosto), dopo sei ore di cammino,  approdavano ad  una roccia emergente dalle nevi in prossimità del Colle del Lys, poi denominata “roccia della scoperta”. Da questa roccia i sette vedevano sotto di loro una valle ricca di pascoli e di boschi (la valle di Zermatt).  Convinti di avere trovato la “valle perduta” due anni dopo ritornavano alla “roccia della scoperta”, armati di corde e scale, per tentare la discesa verso la valle ritrovata. Però secondo la loro versione non vi era scala o corda alcuna che consentisse di scendere sul sottostante ghiacciaio e successivamente nella valle ritrovata.

Nel 1801 Pietro Giordani  il 23 luglio raggiungeva la punta più meridionale del Monte Rosa che poi da lui prese il nome, passando attraverso l’attuale Cresta del Soldato.

Nel 1819 il 5 agosto Nicola Vincent di Gressoney  saliva ad una piramide che poi da lui prese il nome.

Pochi giorni dopo il 12 agosto 1819 Nicola e Francesco Vincent raggiungevano la Punta Zunstein.

Con le salite del 5 e 12 agosto 1819 Nicola e Francesco Vincent aprivano di fatto la via alle alte regioni del Monte Rosa. Per cui sono da considerarsi i veri conquistatori, anche se poi il merito è stato attribuito al parroco di Alagna Giovanni Gnifetti, che 23 anni dopo raggiungeva la punta che da lui prese il nome.

Il 25 agosto 1822 Ludwig von Welden raggiungeva la punta attualmente conosciuta col nome di Punta Ludovica.

L’8 agosto 1842 dopo parecchi tentativi andati a vuoto (26.07.1834; 28.07.1836; 12.08.1839) il parroco di Alagna Giovanni Gnifetti partiva per un nuovo tentativo in compagnia di Cristoforo Ferraris,  Cristoforo Grober, Giuseppe Farinetti,  Giacomo e Giovanni Giordani, e due portatori. La comitiva, passando per la Valle d’Olen, raggiungeva il 9 agosto  la Punta Gnifetti. Una grande bandiera rossa veniva issata a cura di Giuseppe Farinetti sul caratteristico gendarme a fianco della cima. Raccontano le cronache che 15 anni dopo il vessillo, o quello che ne rimaneva, era ancora visibile dalla valle.

Le altre cime del Monte Rosa sono state conquistate, o meglio, per usare un linguaggio alpinistico più appropriato,  sono state raggiunte oppure sono state scalate entro la seconda metà del 1800.

Punta Dufour (4638), 1848 prima salita al Grenzgipfel,  punto di frontiera fra Italia e Svizzera, dalle guide  Jan Madutz e Mattia Taugwald.

Lyskamm (punta orientale) (4529) 19 agosto 1861 dalla cresta est J.F. Hardy con sette inglesi.

Punta Parrot (4463),  18 luglio 1862 dal Ghiacciaio del Sesia  Gorge, Moore,  Almer e Taugwald.

Corno Nero (4334), 3 luglio 1864 prima salita alla punta occidentale Carlo Alberto Gianoli e N. Bono,  1° settembre 1871 prima salita alla punta orientale Martinelli, Guglielmina e Martinale.

Punta Vittoria (3461), 13 settembre 1872 da Farinetti con Giuseppe e Giovanni Guglielmina.

Balmenhorn (4231), 6 agosto 1875 da Giovanni Mariotti e Andrea Pedretti,  con le guide Welf, Zaccaria e Vicarie.

 cordata patriarcale
 scalate due e asce da ghiaccio

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