PIETRA CROANA
E LA SUA STORIA

Disfunzione erettile

cialis 20 mg prezzo in farmacia

Cliccare sui relativi titoli per accedere a:

PIETRA CROANA RIFUGIO E CIMA

PIETRA CROANA VIE DI ARRAMPICATA

 

Nel 1961 la Sezione di Novara del C A I iniziava regolari corsi di introduzione all’alpinismo. La parte arrampicata su roccia era realizzata  con una palestra sui sassi del Monte Tovo, sopra Foresto, e con una salita alla Cresta dei Carisei da Oropa nel Biellese. In quegli anni al Monte Tovo si saliva a piedi per un comodo sentiero. Il primo sasso si trovava poco sotto l’Alpe Stanvone. Era un monotiro con una sola possibilità di salita, ma era comodo per calate a corda doppia. Gli altri due sassi erano localizzati lungo il sentiero che dal rifugio Gilodi raggiungeva il Colle di S. Bernardo. Il primo che si incontrava era a monte del sentiero, era appena sufficiente per spiegare agli allievi l’impostazione dei piedi e delle mani nell’arrampicata su roccia.  L’altro, anche questo un monotiro, ma con diverse possibilità di salita, si trovava poco sotto al menzionato sentiero. I sassi del Monte Tovo erano utilizzati anche dalla Sottosezione di Borgosesia. Dopo alcuni anni l’apertura di strade sterrate portava nella zona molte vetture e turisti della montagna: l’ambiente alpinistico esistente era irreparabilmente compromesso. Oltre a questo i sassi del Monte Tovo risultavano insufficienti per soddisfare le nuove esigenze dell’alpinismo, sorgeva la necessità di una  palestra di più alto livello. Le prime ricerche fatte in questo senso non davano risultati accettabili, finché l’attenzione cadeva su alcuni enormi massi di quarzite nei pressi delle Miniere d’Oro di Kreas ad Alagna. Il problema palestra per i corsi d’alpinismo del C A I di Novara e per le consorelle sezioni valsesiane sembrava risolto. Nella palestra c’era di tutto: in prossimità di una cappella un sasso con chiodi ad espansione consentiva di allenarsi anche all’arrampicata in artificiale. Purtroppo qualcuno scopriva la possibilità di sfruttare la quarzite aprendo una cava. La palestra era distrutta obbligando, chi allora si interessava di corsi d’alpinismo, a cercarne un’altra. Erano visionati alcuni salti rocciosi in prossimità del Santuario di Loreto, all’inizio della strada per Civiasco, che per la loro configurazione non risultavano idonei per una palestra. Le successive ricerche portavano a scoprire una paretina di roccia in località Giavine Rosse fra Scopa e Scopello. Il problema sembrava definitivamente  risolto. Ma non era così:  anche qui era aperta una cava per ricavare pietrisco da riempimento, la palestra era distrutta dagli scavi. A questo punto il noto alpinista novarese Silvio Lupo proponeva di ispezionare una cima molto evidente, sulle prime propaggini montuose della Valsesia. Questa cima presentava, verso meridione, un salto apparentemente roccioso e sgombro da vegetazione. Lo stesso Silvio Lupo con un istruttore d’alpinismo del C A I di Varallo saliva, prima per sentiero, poi per un canale, ingombro da vegetazione e da rovi, fino alla cima. Il versante meridionale era roccioso,  più precisamente di porfido, ed appariva particolarmente idoneo all’arrampicata. I due non si accontentavano di questa constatazione, decisi ad andare a fondo, scendevano l’intera parete a corda doppia. La scoperta di una delle più belle palestre della nostra zona era fatta.  Si trattava adesso di ripristinare il sentiero di accesso, di ripulire la roccia dalla vegetazione fastidiosa e di attrezzare le vie. Siamo alla fine degli anni 60, l’utilizzo della palestra era avversato dalla Sezione di Novara del C A I e dai responsabili della Scuola d’Alpinismo con motivazioni che lasciavano molto perplessi e sulle quali è preferibile stendere un velo pietoso. Nell’assemblea dei soci del 23 marzo 1970 l’intero Consiglio Direttivo e parte dell’organico della Scuola d’Alpinismo del C A I di Novara era rinnovato. È da questa data in poi che anche la Sezione di Novara partecipava alla valorizzazione della palestra. La palestra interamente attrezzata, con rifugio d’appoggio alla sua base,  è opera della tenacia e della passione di Silvio Lupo che, con notevole impegno personale, con l’aiuto di soci del C A I Novara, ma principalmente del C A I di Varallo,  ha saputo realizzare, nel corso degli anni, quel gioiello di palestra che risponde al nome di PALESTRA DI ARRAMPICATA DELLA PIETRA CROANA.

Anche qui venivano aperte strade sterrate. Una parte da Quazzo, frazione di Piane Sesia, passa in prossimità del rifugio e raggiunge il Colle Chignole. Da questo colle si dipartono due strade, una scende a Villa del Bosco, l’altra a Sostegno attraverso il Colle delle Ovasine. Gli sterrati non hanno arrecato danno alla palestra perché sono chiusi al traffico delle vetture. Solo Silvio Lupo ha il permesso di salire, col suo fuoristrada, fin sotto il rifugio e solo per trasporto di materiale necessario al rifugio stesso

LA PIETRA CROANA DALLA STRADA DELLA VALSESIA

RITORNO ALLA PRIMA PAGINA