SPELEOLOGIA

LA GROTTA DI BERCOVEI
Questa descrizione non aggiunge niente di nuovo rispetto a quanto già si conosce sulla grotta. Non è quindi dedicata agli speleologi bensì a coloro che vogliono avere un primo contatto con l'affascinante mondo delle grotte entrando in una cavità di facile accesso e visita. Anche gli alpinisti e gli escursionisti possono essere interessati alla grotta come uscita alternativa, quando in montagna non ci sono le condizioni ottimali per le loro arrampicate o escursioni.
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ETIMOLOGIA.
Alcuni autori in passato usavano la dizione Grotta di Bargovei che significherebbe "antico albergo". In seguito si è generalizzato il nome di Bercovei: "berg" antico vocabolo nordico significa monte, "govei" nel dialetto locale significa tinozza. Per cui Bercovei sarebbe il "monte della tinozza".
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STORIA.
La Grotta di Bercovei è conosciuta da tempi immemorabili. Nel 1969 alcuni ricercatori hanno rinvenuto focolari di uomini primitivi e manufatti litici. Una antica leggenda narra che S. Emiliano ha vissuto a lungo nella grotta, verso la fine del 400, prima di essere eletto Vescovo di Vercelli. La grotta sarebbe inoltre servita come rifugio provvisorio di gente latina insediatasi nella zona per coltivare i campi. Nella grotta si trova in abbondanza argilla finissima, priva di impurità, che sarebbe servita per la costruzione delle statue del Sacro Monte di Varallo e per la confezione di ceramiche di pregio, da parte di artigiani, sempre di Varallo. I coltivatori della zona utilizzavano un tempo l'argilla per gli innesti sulle piante. Nel 1864 Quintino Sella, statista, alpinista, fondatore del C A I, nei suoi studi geologici sul biellese, segnalava la Grotta di Bercovei. Successivamente la grotta veniva studiata da ricercatori di varie discipline scientifiche. Di recente negli anni 1992 - 1994 uno studio approfondito degli insetti che vivono in grotta portava alla scoperta di 60 tipi diversi di cui 48 segnalati per la prima volta e 12 già noti.
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VISITA.
La grotta è facile da percorrere, tuttavia per la sua visita occorre tenere presente alcune cose fondamentali. In primo luogo non andare da soli. Indispensabile il casco e un doppio impianto di illuminazione, che può essere costituito da una lampada frontale, sul casco stesso e da una torcia a mano. Consigliabile una tuta da meccanico o in alternativa indumenti da sporcare. Tenere in macchina un ricambio completo di vestiti. Come calzatura da preferire gli stivali con suola scolpita tipo Vibram. La temperatura all'interno della grotta è costante per tutto l'anno e si aggira attorno ai 10° centigradi. Regolarsi di conseguenza circa maglioni, magliette da indossare. In caso di emergenza chiamare il 118 specificando trattarsi di soccorso speleologico, fornendo il nome della grotta e della località dove si trova la grotta stessa.
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DESCRIZIONE DELLA CAVITÀ.
La grotta è ubicata nella nuova Provincia di Biella fra le località Pray, Crevacuore e Sostegno. Si apre in un'area di pochi chilometri quadrati di calcari dolomitici e dolomie del Triassico medio. Lo sviluppo totale è di 170 metri con un dislivello negativo di 17 metri. Poco oltre lingresso si diparte verso nord un ramo secondario da precorrere a carponi. Alla sua fine una facile e breve strettoia consente di accedere ad una saletta dove si può stare comodamente in piedi. La saletta comunica coll'esterno a mezzo di alcuni strettissimi cunicoli nei quali solo speleologi esperti riescono a destreggiarsi. Il ramo principale è percorribile in piedi senza difficoltà. Notevole la presenza di banchi di argilla. Tipiche di questa grotta sono le nicchie cupoliformi a soffitto e grandi marmitte sui fianchi. Segni questi di unintensa attività idrica che ne ha modellato le forme. A circa metà grotta, dopo periodi di piovosità prolungata, si forma un laghetto di ridotte dimensioni 10 x 4 metri circa, che si prosciuga poi rapidamente. La grotta finisce a ridosso di un laghetto perenne ed a livello costante. Le sue dimensioni sono di circa 10 x 8 metri. Il laghetto è stato ispezionato da sub biellesi che, attraverso un sifone esistente sul suo fondo, hanno scoperto una prosecuzione di oltre 30 metri interamente sommersa. Il laghetto, coll'ausilio di pompe, è stato prosciugato, però subito dopo si è rapidamente riempito. Segno evidente che a monte esiste una notevole riserva idrica. Numerosi sono i visitatori che nel corso degli anni hanno percorso la grotta. Alcuni si sono sentiti in diritto di scalpellare il loro nome e la data della loro visita sulle pareti laterali danneggiandole irreparabilmente. Fra le date più antiche spiccano quelle di Senta Battista 1899, di Z.D. 1901 e di J.F. 1910.
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DATI TECNICI:
località di partenza: Sostegno nella nuova Provicia di Biella.
cartografia: IGM Foglio 43 I N.O., Masserano, scala 1:25.000.
quota dellingresso: 415 metri
coordinate geografiche: longitudine 4° 11 13", latitudine 45° 39 35"
numero del Catasto Grotte: 2503 PI-VC
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VIA DACCESSO.
A 2 km. a monte di Sostegno sulla strada per Crevacuore si incontra, sulla propria sinistra, un cartello con il simbolo di una grotta e la scritta "dei Bercovei". Sempre sul lato sinistro della strada è possibile trovare degli slarghi dove parcheggiare la macchina fuori dal bitumato. Dal menzionato cartello parte un ben marcato sentiero che, snodandosi tra il fitto della vegetazione, scende nell'alveo del Rio Valnava. Dalla parte opposta un sentiero, sempre ben marcato, sale allingresso della grotta. Dalla vettura non più di 5 minuti.
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PERCORSO.
L'ingresso si apre sotto una paretina, possibilità di stillicidi e di ruscellamento dopo periodi di piovosità. A pochi metri dall'ingresso si incontra un cancello posto in opera alla fine del 19° secolo e ormai in disuso. Poiché non esistono problemi particolari di percorso, per la visita fare riferimento alla pianta della grotta ed alla sua descrizione. Una visita completa e dettagliata può richiedere da un'ora e mezza a due ore.
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 STEFANO CUNICOLO BERCOVEI-B

SPELEOLOGIA
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Definire la speleologia in poche parole è impresa ardua. Comunque la speleologia può essere definita come un’attività tecnico atletica con una notevole componente culturale. Questi sono i punti fondamentali della speleologia, esaminiamoli uno alla volta.
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Tecnica: riguarda specialmente la progressione in grotte verticali. Una corda viene opportunamente fissata alle pareti della grotta. Lungo la corda lo speleologo deve calarsi e risalire calzando un imbraco al quale vengono agganciati un discensore e due bloccanti che, opportunamente manovrati, consentono la discesa e la risalita.
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Atletica: la speleologia è una delle pochissime attività sportive, forse l’unica, che impegna armoniosamente tutti i muscoli.
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Componente culturale: la speleologia è nata nella seconda metà del 1800 quando alcuni scienziati hanno incominciato ad occuparsi di grotte. Lo scopo era quello di studiare i vari fenomeni che in grotta era possibile riscontrare. La spinta scientifica continua tuttora. Gli esperti calcolano che quello che conosciamo sulle grotte è solo la metà di quanto sarà possibile scoprire negli anni futuri. Con questo non si intende affermare che lo speleologo debba essere necessariamente uno scienziato, ma sicuramente uno studioso di diverse fette del sapere scientifico, quali la fisica, chimica, geologia, trigonometria, ecc., che va in grotta per verificare le proprie conoscenze e per scoprirne delle altre.

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